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"La prima testimonianza certa dell‘esistenza delle pipe in terracotta a Chioggia è datata da un reperto che porta l‘iscrizione del 1655. Ma senz‘altro qualche decennio prima a Chioggia l‘attività era già viva. Costruita con l‘argilla del fiume Po, la pipa fino alla metà del ‘600 era un oggetto molto semplice, in terra rossa. Il secondo periodo fino alla metà del ‘700 vede maggior raffinatezza nella forma con fregi di varia natura e l‘introduzione della smaltatura. Il terzo periodo inizia con la metà del 1800. le pipe non vengono più smaltate e la terra, trattata con l‘acqua salata assume, una volta cotta, il caratteristico giallo avorio. La lavorazione è accuratissima. Le pipe diventano piccole sculture. La colorazione è forse un vezzo nel periodo della decadenza ma anche, come pensano gli esperti, un accorgimento per evitare di scottarsi tenendo in mano la pipa. Le ricerche testimoniano di grande quantità di scarti di fornace (segno di una produzione locale) trovate per imbonimento degli argini o delle strade. Molte pipe usate sono state trovate anche sul fondo della laguna da pescatori. Esisteva anche la possibilità (ed esiste tuttora) di rigenerare la pipa di terracotta, impregnata di tabacco. Alcuni muratori trovarono delle pipe sui tetti. Si trattava di pipe già usate, lasciate ai lati degli abbaini, sul coppo di conversa, perchè sole e pioggia sciogliessero gli umori del tabacco, consentendo così di riutilizzare la pipa. Indispensabile per la pipa chioggiotta la "canna" era il bocchino di legno. Per gli intenditori non può essere che in legno di marasca (ciliegio). I vecchi fumatori facevano di più: mescolavano al tabacco alcune foglie di marasca tritate. Una vera raffinatezza! (continua...)
Manuel S."
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