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"Saper fumare la pipa significa gestire l‘autocontrollo, non essere fumatori bisognosi di nicotina, ma sapere aspettare il momento giusto per ritagliarci un momento nella giornata e gestire caricamento, fumata e pulizia. La pipa si può intendere come gestione dell‘ansia ...: punto primo: aspettare il momento giusto. Il famoso "kairòs" dei Greci, ovvero il momento propizio, se uno avesse una vita di rendita il momento propizio sarebbe tutto la vita, ma poichè, tranne poche eccezioni, non è così, occorre ritagliarsi dei momenti di tranquillità, non per scaricarsi, ma per impiegare quel tempo per noi e per i nostri compagni di fumata. Punto secondo: non avere fretta. Non occorre finire tutto il tabacco caricato, eventualmente un imprevisto (vi chiamano da casa, da lavoro, una telefonata...) meglio lasciare la pipa e ritornarci più tardi, piuttosto che fumare in fretta e quindi male e in maniera dannosa. La fretta non aiuta mai e la pipa ce lo insegna. Punto terzo: tutto fa male tutto fa bene. Il fumo fa male, vero come l‘alcol, come le ari, come i coltelli, come l‘acqua: la pipa ci insegna che gli eccessi non fanno mai bene, mai bene riscrivo. Accendere un barbecue, accendere un falò, sono momenti ancestrali che ci legano ad un passato molto antico, stessa cosa con la pipa; il dominio del fuoco e del fumo come messaggio comunicativo, come elemento sociale di aggregazione. Lo strumento pipa oltre al suo fascino è segno di quell‘autocontrollo che ci permette di superare le ansie e spesso a gestirle in nostro favore. "
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