Клуб
"Epilogo (parte seconda)
E un giorno vedrà chiaramente – senza alcuna eccessiva sorpresa da parte sua – che non sta fumando la pipa ma il mondo. Ma non fraintendetemi: “Fumare il Mondo” non significa prendere in giro il mondo.
Semplicemente significa che il fumatore, mettendo il mondo nel fornello della sua pipa, estrae da esso il migliore e più delicato aroma. La pipa si trasforma nel mondo e il mondo nella pipa, quello che più vi piace esprimere.
Inoltre, il fumatore diventa uno spettatore di buon umore, altamente divertito da tutto ciò che lo circonda. Osservando la vita con uno spirito allegro e contemplativo, egli è interessato a tutte le sue manifestazioni.
Molta gente è influenzata dalle passioni momentanee del proprio palato quando decide se le cose hanno un gusto buono o cattivo. Per il fumatore non è così. Libero da tali capricci, egli prova soltanto un gusto: quello che gli viene trasmesso dalla pipa.
Il sapore è dolce, delicato e infiltrato con un umore ampio, gentile, lasciandosi dietro un retrogusto tollerante e comprensivo rispetto ad ogni cosa e ad ognuno.
Pensate a Dickens, che ha evocato dal magico crogiolo della sua buona vecchia pipa il meraviglioso mondo che ci ha lasciato in eredità, umano, amichevole, forse un po’ sentimentale, ma sempre intriso di una libidinosa gioia di vivere.
Se tiriamo boccate come presumibilmente faceva il grande narratore, saremo iniziati da quegli anelli di fumo dentro il significato intrinseco della vita, e impareremo come gustarlo in tutta la sua pienezza.
Vivremo in un mondo creato dalla nostra pipa, il mondo che ci portiamo con noi e che è peculiarmente nostro, il mondo che in ogni momento, ahimé, per qualcuno finisce. E capiremo perché i francesi annunciano la morte di un uomo con le struggenti parole: “ Il a cassé sa pipe”.
Joaquin Verdaguer
tratto da "L’Arte di Fumare la Pipa" di Joaquin Verdaguer"
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