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"Vogliamo concludere questo lungo viaggio nell’Arte di Fumare la Pipa con l’estratto di un intervento del dott. Nicola D’Imperio pubblicato sul Il Resto del Carlino circa 25 anni fa.
I vantaggi (e i rischi) del fumare la pipa (prima parte)
La pipa è un simbolo di meditazione, di distensione, di pace interiore, al contrario della sigaretta, simbolo della società in cui vive l’uomo, delle nevrosi, delle ansie, dei conflitti.
L’uomo ritiene, a livello inconscio, di trovare con la sigaretta un rimedio, sia pure provvisorio, ai suoi mali, ma è solo una necessità determinata dalla sua tossicodipendenza che gli dà un relativo benessere e gli evita la crisi di astinenza. Pur essendo due modi diversi di fumare tabacco, la pipa e la sigaretta si differenziano profondamente nel contenuto, nel significato e nelle influenze sull’organismo umano. Analizzeremo perciò da un punto di vista medico alcuni degli effetti della pipa sull’uomo.
Contrariamente a quello che si può immaginare la pipa possiede un maggiore numero di effetti positivi che negativi. Le principali azioni benefiche si esplicano attraverso due meccanismi: l’effetto antiansia e quello antidepressivo.
Sottolineiamo che spesso per ottenere questi risultati la farmacologia ufficiale è costretta ad utilizzare sostanze potenzialmente tossiche per fegato, sangue, reni, sistema nervoso, e che inducono inoltre assuefazione e dose dipendenza: gli psicofarmaci.
L’effetto ansiolitico e psico-rilassante determinato dalla pipa è la conseguenza di un insieme di fattori: la sensazione di pace e di serenità interiore determinata dalla brace che cova viva sotto la cenere bianca; il lento volteggiare del fumo non manovrato dal caso ma da una volontà razionale e abile che fa compiacere di sé stesso il fumatore; l’atto del tirare periodico, sapientemente calibrato, sincrono con gli atti di un respiro regolare, tranquillo. (...continua).
Nicola D’Imperio"
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