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"Mio nonno non era un agricoltore di professione, ma lo era diventato dopo il pensionamento ed avendo anche la fortuna di avere parecchi moggi di terra ereditati da suo padre. Nel sui campi coltivava soprattutto tabacco, di cui una parte se lo riservava per sé. Aveva un apposito locale adibito a serra dove una volta raccolte le foglie dai campi le metteva ad essiccare. Io lo aiutavo un po’ per gioco e un po‘ perché mi piaceva molto stare con lui. Dopo circa due mesi, le foglie del tabacco erano ormai essiccate del tutto e allora provvedevamo a rimuovervelo dai pali e selezionarlo. Le foglie migliori (dal punto di visto estetico intendo) e senza parassiti e/o macchie venivano riposte una sopra l’altra ed imballati in apposite cassette di legno. Passava poi un amico del nonno che con un camion li portava via. Ma le foglie un po’ meno buone (scartate dal nonno per intenderci) venivano utilizzate dal nonno per uso personale. Devo precisare però che il tabacco coltivato era di diverso tipo: vi era un tabacco a foglia larga e consistente ed un altro a foglia piccola di colore giallo oro ma che spesso era anche di colore marroncino. Penso che nel primo caso si trattasse di tabacchi di tipo beneventano, mentre nel secondo di tipo orientale. All’epoca, essendo solo un bambino, non capivo nulla di tabacchi e mai avrei pensato che un giorno la pipa sarebbe diventata la mia più grande passione. (continua...)
Mario P."
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