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"Prologo (parte seconda)
Dopo un angosciante apprendistato, egli impara a spingere con "nonchalance" il fumo al naso – un‘impresa eroica che lo fa apparire bianco di gesso come un Pierrot incipriato. E i contrasti familiari: l‘ostinata opposizione di genitori, parenti e insegnanti! Ma il bambino decenne ne viene fuori da vincitore.
Molti sono chiamati, ma pochi vengono eletti. La maggior parte delle persone restano a questo livello giovanile di fumo con la sigaretta. Altri vanno avanti, dopo qualche esitazione, alla fase del fumo del sigaro. Ma soltanto relativamente pochi sono influenzati dalla sacra agitazione che porta al progresso e alla perfezione.
Dopo lunghe e ardue lotte, queste persone coraggiose hanno capito che nulla uguaglia la gioia di tenere la pipa in bocca, sedendo in una confortevole poltrona e guadando serenamente al possente scorrere della vita.
Questo libricino è meno per questi saggi che per quegli sfortunati che non sono spronati dalla voglia di perfezione e che restano così com‘era all‘Età della Pietra del fumo. Ma anche l‘iniziato può trarre profitto dal muoversi pesantemente tra le pagine di questo piccolo saggio. Perchè qui sulla terra anche la perfezione può diventare più perfetta.
Le dovute congregazioni di veri fumatori studino questo testo e tengano conto dei miei suggerimenti. Allora, sarete elevati dai ranghi e dalla fila all‘invidiabile incarico di sacerdote. I miei lunghi anni di ricerca, i miei imperterriti sforzi, le mie croniche bronchiti e gli innumerevoli buchi bruciati dei miei vestiti attestano della mia affidabilità. (...continua).
tratto da "L’Arte di Fumare la Pipa" di Joaquin Verdaguer"
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